Titolo Normalizzato: Virtù
Tipologia: Stampa
Inventore: Hans Holbein il giovane
Incisore: Giovanni Andrea Vavassore
Tecnica: xilografia
Cronologia: 1525
Soggetto:
Collocazione: Collezione privata; altre collocazioni (CNCE 13683)
Fonte: Nella Tavola di Cebete caratterizza l'ultimo recinto un bosco “che appare bello, a mo’ di prato, illuminato da molta luce”. Qua è la dimora degli uomini felici dove abitano le virtù (la Scienza, il Coraggio, la Giustizia, la Probità, la Temperanza, la Modestia, la Libertà, la Continenza e la Mansuetudine), figlie di Felicità.
Nel dialogo greco erano quindi nove le virtù che popolavano l'ultimo recinto, mentre in questa rappresentazione ne compaiono sette, disposte negli angoli a destra e sinistra del recinto. Queste non sono nominate singolarmente ma sono indicate da un unico cartiglio come "Virtutes". Ognuna, inoltre è caratterizzata da attributi che però hanno permesso di riconoscere solo la personificazione della Giustizia - nella donna, sulla sinistra, con la spada e la bilancia - e forse la Speranza - nella donna che regge una pala e un'ancora, sulla destra.
Descrizione
Sette donne connotate da attributi disposte negli angoli opposti della recinzione. Nell’angolo sinistro una donna con gli attributi della spada e della bilancia, e un’altra vicino a lei con una spada e un libro aperto. Dietro di loro una terza sembra reggere un cartiglio tra le mani.
Nell’angolo destro, invece, una donna regge una pala e un’ancora, una suona l’arpa, una regge un modellino di una torre e un piccolo scudo e un’altra un modellino di una chiesa.
Parole chiave:
Agostini, Giorgia. Dal testo all’immagine: la Tavola di Cebete e la sua iconografia in Italia nel Cinquecento. Tesi magistrale. Università di Pisa, 2019: 13-17; 41- 47; 205-6.
Pesce, Domenico. La Tavola di Cebete. Brescia: Paideia Editrice, 1982:73.
Frontespizio: