Libro: Publio Virgilio Marone, L’Eneide dediée a l’Eminentissime Cardinal Mazarin (première partie) (titolo parziale), Parigi, Loyson, 1658
Collocazione: Europeana
Iscrizione:
L’ENEIDE / TRADVITE / EN VERS FRANÇOIS / DEDIÉE / A / Monseigneur / L’Eminentissime Cardinal / MAZARIN
Descrizione:
Il frontespizio è preceduto da un’antiporta, recante semplicemente un’iscrizione più esaustiva grazie alla quale apprendiamo le specifiche editoriali (tra le informazioni leggibili, c’è quella relativa al contenuto dell’opera a stampa, che scopriamo essere inclusiva solo dei primi sei libri dell’Eneide). Il frontespizio vero e proprio, invece, oltre a recare l’iscrizione trascritta su un elemento disegnato a simulare un basso pilastro, presenta una bordatura laterale realizzata per mezzo di due ‘colonne’ di tondi ghirlandati, all’interno dei quali sono descritti vari episodi mitologici riconducibili all’epopea di Ercole, così come la scenetta rappresentata nell’area del basamento del pilastro; i tondi-ghirlande sono inframezzati da cartigli con motti in latino che commentano le vicende descritte, riprese, queste, da una letteratura eterogenea. Nella ‘colonna’ a sinistra, dall’alto verso il basso, vengono ripercorsi i seguenti episodi: Ercole fanciullo stritola uno dei serpenti; Ercole si sostituisce temporaneamente ad Atlante nel sorreggere il mondo; Ercole libera la principessa Esione; Ercole sconfigge Gerione, il re gigante a tre teste; Ercole stritola Lacinio. Nell’area del pilastro, invece, è raffigurato Ercole che ha domato il toro di Creta. Nell’altra ‘colonna’, a destra: Ercole in piedi; Ercole affronta l’idra di Lerna; Ercole cattura e uccide il centauro Nesso; Ercole libera Prometeo dal suo supplizio eterno; Ercole mostra le colonne da lui collocate nella zona del mondo “non plus ultra”. Sopra l’iscrizione, campeggia lo stemma di Giulio Mazzarino.
Sebbene gli editori differiscano, sembrerebbe ragionevole supporre la presenza di un “fil rouge” tra l’opera discussa e quella pubblicata, nel medesimo anno e nella medesima città, da Jean Paslé, contenente la seconda metà dell’opus epica virgiliana: i frontespizi mostrano, difatti, un’impalcatura decisamente affine; sarà utile, infine, ricordare il rapporto intimo che legava il cardinale Mazzarino e il cardinale Antonio Barberini, i rispettivi dedicatari delle due metà del poema.
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