Titolo Normalizzato: Marca tipografica di Joan Blaeu
Tipologia: Marca tipografica
Autore/i:
Tecnica: Xilografia
Cronologia: 1649
Soggetto:
Collocazione: Biblioteca Nazionale di Napoli
Collocazione bibliografica: Ovidio, Operum tomus I, 1649
Fonte: Internet Archive
Descrizione
La marca tipografia di Joan Blaeu è ereditata dal padre William (1578/1631), cartografo importante di Amsterdam e allievo di Tycho Brahe, fabbricante di strumenti di precisione. L’iconografia della marca unisce la tradizione classica a quella medievale. Al centro troviamo la sfera armillare che rappresenta l’universo: inventata nel III secolo a.C., gli anelli simboleggiano i circoli della sfera celeste mentre la sfera al centro è il Sole (inizialmente era la Terra). L’atronomo Brahe ne costruì vari modelli utilizzandoli per i suoi studi. Ai lati troviamo la personificazione del tempo ed Ercole. La personificazione del tempo è situata alla sinistra della sfera armillare e raffigurata secondo tradizione: è un uomo vecchio, alato, con una clessidra in testa (lo scorrere del tempo) e in mano tiene la falce (tradizionalmente collegata al Tempo e alla Morte). Alla destra, invece, troviamo Ercole vestito con la pelle di Leone e la clava in mano. Queste due figure hanno un forte significato simbolico di forza e costanza del tempo, necessarie per la realizzazione delle imprese.
Descrizione ICONCLASS
23A11 / 94L74Osservazioni
Il motto utilizzato dai Blaeu è “Indefessus Agendo” come riportato nel cartigio sottostante alla sfera armillare. La sua traduzione è “non si stanca mai di agire” e fa riferimento all’instancabile attività di pubblicazione di monumenti cartografici, principale attività di questi due editori olandesi. E’ una chiara allusione al “Theatrum orbis terrarum”, il primo atlante moderno redatto da Abramo Ortelio: Joan Blaeu e suo padre hanno pubblicato edizioni aggiornate a partire dal 1630, con l’idea di diventare i principali stampatori di materiali cartografici in Europa.
Parole chiave:
– Internet Archive
– Anna Rinaldi, Le Seicentine della Biblioteca del Centro Studi Vichiani”, Campobasso, Diogene edizioni, 2016, p.52